Carlo
si trova nel letto di ospedale, quando la porta si apre ed entra un medico, che
guarda la sua cartella clinica.
Enrico:
«Buongiorno, sono il suo medico e mi chiamo Enrico. Come si sente, oggi?»
Carlo:
«Ho problemi nel respirare, ma mi sarebbe utile cercare di distogliere la mente
e parlare con qualcuno. Sono un uomo abituato a vivere da solo, ma certo un po’
di compagnia mi tornerebbe utile.»
Enrico:
«Purtroppo questo è un periodo duro per tutti. Vede un altro mio paziente è un
padre di famiglia e ogni volta mi piange il cuore quando si sente per telefono
con suo figlio di tre anni, che gli chiede quando tornerà a casa, mentre la
moglie piangendo gli domanda come sta.»
Carlo:
«Non immagino neanche il dolore che quel padre possa provare nel pensiero di
non poter abbracciare suo figlio e… quello che possa provare la moglie al
pensiero di non poter stare al fianco del marito in un momento di così grande difficoltà.
Certo, penso che si sentirebbe meglio se la moglie potesse stare al suo fianco.»
Enrico:
«Questo, invece, peggiorerebbe la situazione sotto il punto di vista
scientifico, visto che si ammalerebbe anche lei e, il bambino ha bisogno di
qualcuno che si prendi cura di lui.»
Carlo:
«Sotto il punto di vista emotivo questo darebbe conforto a moglie e marito. Ho
sentito anche parlare di quei malati Covid che non ce la fanno e che non hanno
al loro fianco alcun parente che li possa confortare e accompagnarli nei loro
ultimi attimi di vita… e possono solo sentire per telefono e al massimo
accontentarsi di video chiamata...»
Enrico:
«Non dimentichiamo che al loro fianco ci sono sempre dei medici o degli
infermieri che cercano di aiutarli al meglio che possono…soffrendo insieme a
loro e alle loro famiglie…soprattutto nei brutti momenti in cui devono dare la
notizia della morte del loro caro !» e su queste ultime parole si scorge una
lacrima scivolare dal volto del medico, che rivive i tristi momenti trascorsi
negli ultimi giorni con i suoi pazienti “terminali”.
Carlo
vedendo la sofferenza provata dal dottore esordisce: «La vediamo in modo
diverso, ma forse saremmo d’accordo nel pensare che l’unica risorsa in questi
giorni è la speranza che tutto passi in fretta!»
Enrico:
«Io penso che l’unica risorsa di questi giorni sia l’uomo che deve captare la
gravità del momento e comportarsi in maniera adeguata alla salvaguardia delle
altre persone e che venga trovato al più presto un vaccino…. Noi medici e
infermieri siamo in prima linea contro questa guerra che sembra non finire
mai…»
Carlo:
«Sono d’accordo, abbiamo bisogno in questo periodo di voi medici, degli
infermieri, dei volontari e di tutti coloro che stanno cercando una soluzione
al Covid19 sotto diversi punti di vista. Forse, ora la gente vedrà voi medici
in una maniera diversa, è corretto che la legge e la protezione civile ci abbia aiutato ad
impedire la diffusione della malattia, facendo stare a casa la maggior parte di
noi, e chiedendoci di procurarci mascherine, guanti, massima igiene delle mani
e distanza degli uni dagli altri e, dopo tutto con il coraggio che state
dimostrando in questi giorni, tuttavia, l’uomo ha anche bisogno delle sue
libertà, cercando di fare ciò che faceva prima di questo periodo, in maniera
giudiziosa, pensando non solo a se stesso, ma soprattutto al prossimo…»
Enrico:
«Io credo che una volta che tutta questa situazione terminerà, la gente tornerà
a comportarsi e a parlare come nel passato. Se venisse data all’uomo la libertà
di agire, in questo periodo non ci sarebbe una sola persona che starebbe a
casa. Gli uomini sono esseri molto egoisti e pieni di vizi.»
Carlo:
«Sono un’amante di Leopardi e penso che il suo pensiero sull’amicizia tra
uomini come risorsa fondamentale, ma inafferrabile sia una verità assoluta.
Un’amicizia si può pensare solo se c’è fiducia nei confronti degli altri
esseri, anche se è vero che l’uomo ha bisogno di paletti per poter rispettare
le regole. Forse, tutto questo problema del virus l’ha creato la natura stessa,
per darci dei paletti e per farci riscoprire i valori dell’amicizia, dello
stare insieme e della libertà che l’uomo possiede, anche nella semplice azione
di uscire dalla propria casa e fare le cose più semplici.»
Enrico:
«Ah, la natura… un argomento molto discusso in questi anni dalle persone e
dagli ecologisti, come quella ragazza che ogni tanto appariva al telegiornale,
Greta Thunberg. Devo ammettere che ormai non so neanche più cosa diano in tv e
come stia la mia famiglia, dopo tutte le ore che passo in ospedale. Ora il
problema più grande è la salute delle persone, non i problemi ecologici.»
Carlo:
«Oramai i telegiornali parlano solo di Coronavirus e dei numeri dei contagi o
della politica e delle leggi che sta emanando in questa situazione, non si
parla più di altro. Tuttavia, è un peccato che non si parli più di come è
ridotta la Terra. Dopotutto stiamo parlando del nostro futuro e di quello dei
nostri figli. In questo periodo si pensa solo al presente e al virus e, si è
smesso di guardare al futuro. Certamente, capisco anche il tuo pensiero
riguardante la salute delle persone, essendo tu un medico. Sui telegiornali,
ora, fanno anche vedere come la natura abbia riconquistato il proprio posto nel
mondo, infatti si vedono gli animali per strada come: cinghiali, oche e
cerbiatti o i delfini e gli squali in riva al mare.»
Enrico:
«Questi animali, possono anche creare problemi per l’uomo e possono essere
pericolosi per quest’ultimo, come i cinghiali e gli squali.»
Carlo:
«In Cina, per paura del coronavirus stanno uccidendo maiali, oche, cani e
gatti, nonostante questa notizia sia stata smentita. Forse l’uomo è più pericoloso
per gli animali, e non il contrario.»
Un’infermiera
entra correndo e si guarda intorno, poi vedendo il medico gli chiede di correre,
perché è appena arrivato un paziente affetto dal virus Covid19 e necessita di
essere intubato urgentemente.
Carlo:
«Ascolta,
cosa faresti se ti dicessi che ti pagherei una cospicua somma di denaro,
affinchè tu mi curi, mettendomi in precedenza rispetto agli altri?»
Enrico:
«Cosa stai dicendo? Io sono un medico e il mio compito è curare le persone in
base alla loro malattia e non al loro portafoglio. Capisco che la vita è la
risorsa più grande che un uomo possa avere, ma non bisogna essere egoisti,
perché come vale la tua vita, allo stesso modo vale quella di un’altra persona.
Ricorda queste parole: i soldi nella vita non sono tutto e non tutto si può
comprare!»
Carlo:
«Mi dispiace per ciò che ho detto. Ho molta paura e, questa mi ha fatto dire
una cosa stupida. Sei un grande medico e
spero che tu possa perdonarmi. Provo un grande rispetto nei tuoi confronti e
nella tua professione, nonostante abbiamo idee diverse per alcuni argomenti.»
Enrico:
«Spero di vederti in futuro nel giorno della tua dimissione dall’ospedale.
Buona giornata!»
Carlo:
«Buona giornata anche a te!»
I
due allora devono salutarsi, visto che Enrico deve andare dal nuovo paziente
che necessita di essere intubato. Per tutta la settimana Carlo viene assistito
da un altro medico con cui non riesce molto a dialogare. Il giorno del suo
rilascio dall’ospedale i due si rincontrano.
Carlo:
«Finalmente posso uscire da questo ospedale. Spero comunque di rivederti
presto, una volta che tutta questa situazione sarà finita!»
Enrico:
«Certo, ci rivedremo! Mi dispiace di non essere potuto stare al tuo fianco, ma
le urgenze erano molte in questi giorni. Spero solo che qualcuno riesca a
costruire una risorsa che sia in grado di sconfiggere o rallentare questo virus!»
Enrico
si è reso conto del suo errore e del suo egoismo, e per farsi perdonare decide
di donare all’ospedale i soldi per aiutare il prossimo.
Carlo:
«Speriamo davvero che qualcuno riesca nell’impresa di trovare una soluzione a
questa “guerra”, mentre voi medici continuate a combattere per tutti noi. Spero,
che la somma che ho donato, possa essere utile all’ospedale per salvare altre
vite, in modo che i malati possano riabbracciare i propri familiari.»
Enrico:
«Non era necessaria la donazione… sicuramente molte persone te ne saranno
riconoscenti. Nel frattempo io vedrò di continuare nel mio lavoro. Spero solo
che qualcuno proponga un’idea per migliorare la situazione.»
Carlo
ritorna a casa e dopo due settimane ritorna in ospedale per fare il tampone di
verifica. Intravede Enrico e quindi si avvicina per dirgli ciò che è successo
in queste settimane e della sua nuova idea.
Carlo:
«Ciao, Enrico. Ho bisogno di parlarti di una questione, ma prima devo spiegarti
cosa mi è capitato in queste due settimane.»
Enrico:
«Puoi parlare tranquillamente.»
Carlo:
«Quando sono ritornato a casa ho trovato nella buca delle lettere, una di
queste purtroppo è una lettera di licenziamento e con essa le scuse da parte
del mio datore di lavoro, che è stato costretto a chiudere a causa del
coronavirus, non avendo le risorse economiche necessarie per poter mantenere
l’azienda aperta. Il mio titolare è sempre stato attaccato alle sue risorse
economiche e al primo momento di difficoltà ha gettato la spugna, senza pensare
ai suoi dipendenti.»
Enrico:
«E’ un periodo difficile. Posso capire la tua situazione, essendo tu ora senza
lavoro, ma comprendo anche quella del tuo titolare. Questo, perché mia sorella era
una responsabile di una piccola azienda che non è riuscita a sopravvivere al
COVID19. Lei è una mamma di due figli e
nel momento in cui si è accorta delle perdite eccesive che stava subendo la sua
azienda, ha dovuto chiudere. Nonostante ciò, ha cercato di trovare un posto di
lavoro per i suoi dipendenti in altre aziende, contattandole tramite Internet.
A volte la decisione di chiudere è una scelta forzata, che una persona deve
prendere in momenti di estrema difficoltà. Tu hai trovato un altro lavoro? Vuoi
che chieda in giro se qualcuno necessita di un ingegnere?»
Carlo:
«E’ proprio di questo che volevo parlarti. Non ho trovato lavoro, ma ho in
mente un piano per cercare di fare qualcosa per alleviare questa situazione
difficile. Con il mio computer ho cercato di progettare una soluzione e ho
pensato quanto in questo periodo sia importante la risorsa di Internet e della
rete sia per il lavoro da casa, sia per il proseguimento degli studi dei più
giovani.»
Enrico:
«Sai, ho un figlio a casa
che fa lezione on-line e mi accorgo di come questa situazione non si ancora
ottimale. Le persone hanno bisogno del contatto fisico e soprattutto i bambini
più piccoli, hanno bisogno di creare un rapporto con le maestre e i compagni.
Internet sta rovinando questo rapporto tra le persone.»
Carlo:
«Fino a un certo punto sono d’accordo con te sul fatto che è meglio la vita
reale rispetto quella tramite webcam. Pensa però, a ciò che sarebbe accaduto se
questo virus avesse colpito la Terra 20 anni fa, quando il termine
smart-working era inconcepibile. Tutto si sarebbe bloccato, le persone non si
sarebbero neppure potute vedere come facciamo noi oggi tramite videochiamata.
Le fabbriche sarebbero state costrette a chiudere non potendo far lavorare le
persone da casa. La tecnologia è importante fino a quando diventa una risorsa
sfruttabile dall’uomo per risolvere problemi, o a farlo vivere meglio, ma
quando si sostituisce ad esso diventa distruttiva.»
Enrico:
«E’ un bel ragionamento quello che hai fatto, sai mi hai fatto cambiare idea.»
Carlo:
«La mia idea è quella di trovare un metodo per velocizzare la creazione dei
tamponi. Volevo chiederti se potessi unirti a me in questo progetto, insieme ad
altri medici e virologi?»
Enrico:
«A te non ti serve un medico per questo progetto, ma di ingegneri e chimici.»
Carlo:
«Certo anche loro sono necessari, ma essendo un problema dal punto di vista
medico, ho bisogno di medici, virologi, scienziati e chimici per cercare di velocizzare
la creazione dei tamponi, in modo da poter testare le persone nel minor tempo
possibile.»
Enrico:
«Ho capito ciò che intendi e sarò ben contento di aiutarti in questa impresa.»