La nascita di Eros, Simposio
È una lunga storia - mi disse -. Adesso te la racconto. Il giorno in cui nacque
Afrodite, gli dèi si radunarono per una festa in suo onore. Tra loro c'era Poros, il
figlio di Metis. Dopo il banchetto, Penìa era venuta a mendicare, com'è naturale in un
giorno di allegra abbondanza, e stava vicino alla porta. Poros aveva bevuto molto
nettare (il vino, infatti, non esisteva ancora) e, un po' ubriaco, se ne andò nel giardino
di Zeus e si addormentò. Penìa, nella sua povertà, ebbe l'idea di avere un figlio da
Poros: così si sdraiò al suo fianco e restò incinta di Eros. Ecco perché Eros è
compagno di Afrodite e suo servitore: concepito durante la festa per la nascita della
dea, Eros è per natura amante della bellezza - e Afrodite è bella.
Proprio perché figlio di Poros e di Penìa, Eros si trova nella condizione che dicevo:
innanzitutto è sempre povero e non è affatto delicato e bello come si dice di solito,
ma al contrario è rude, va a piedi nudi, è senza casa, dorme sempre sulla nuda terra,
sotto le stelle, per strada davanti alle porte, perché ha la natura della madre e il
bisogno l'accompagna sempre. D'altra parte, come suo padre, cerca sempre ciò che è
bello e buono, è virile, risoluto, ardente, è un cacciatore di primo ordine, sempre
pronto a tramare inganni; desidera il sapere e sa trovare le strade per arrivare dove
vuole, e così cerca la sapienza per tutto il tempo della sua vita, è un meraviglioso
indovino e ne sa di magie e di sofismi. E poi, per natura, non è né immortale né
mortale. Nella stessa giornata sboccia rigoglioso alla vita e muore, poi ritorna alla
vita grazie alle mille risorse che deve a suo padre, ma presto tutte le risorse fuggono
via: e così non è mai povero e non è mai ricco.
Commento
La parola
Poros, πόρος, vuol dire risorsa, quindi da questo passo si può capire come il padre di Eros impersonasse una risorsa. Poros è la personificazione dell'ingegno, dell'espediente. È avido di sapienza e ricco di risorse. È inteso quindi anche come abbondanza, ricchezza, risorsa; in contrasto con la madre di Eros, Penìa, che simboleggia la miseria.
Da questo passo si comprende che Eros non è nè un mortale, nè un immortale e perciò nasce e muore ogni giorno per poi "risorgere", da cui si vede anche l'uso della parola latina da cui è nata la parola risorsa. E' un uomo pieno di risorse infatti è un abile cacciatore, mago e indovino ed è una creatura molto intelligente, che sa utilizzare ciò che ha.
Eros viene descritto come forza cosmica, irresistibile, legata alla generazione attraverso il desiderio, che oltrepassa la volontà individuale di uomini e dei, ma viene descritto anche un Eros come desiderio legato al piacere, alla dolcezza, che tuttavia domina e non si lascia dominare.
Eros è un "dio" intelligente, ma che non si lascia imbrigliare in schemi e limiti e tende a rompere ogni freno, ogni logica troppo razionale.