mercoledì 10 giugno 2020

RISORSA DIALOGO


Carlo si trova nel letto di ospedale, quando la porta si apre ed entra un medico, che guarda la sua cartella clinica.
Enrico: «Buongiorno, sono il suo medico e mi chiamo Enrico. Come si sente, oggi?»
Carlo: «Ho problemi nel respirare, ma mi sarebbe utile cercare di distogliere la mente e parlare con qualcuno. Sono un uomo abituato a vivere da solo, ma certo un po’ di compagnia mi tornerebbe utile.»
Enrico: «Purtroppo questo è un periodo duro per tutti. Vede un altro mio paziente è un padre di famiglia e ogni volta mi piange il cuore quando si sente per telefono con suo figlio di tre anni, che gli chiede quando tornerà a casa, mentre la moglie piangendo gli domanda come sta.»
Carlo: «Non immagino neanche il dolore che quel padre possa provare nel pensiero di non poter abbracciare suo figlio e… quello che possa provare la moglie al pensiero di non poter stare al fianco del marito in un momento di così grande difficoltà. Certo, penso che si sentirebbe meglio se la moglie potesse stare al suo fianco.»
Enrico: «Questo, invece, peggiorerebbe la situazione sotto il punto di vista scientifico, visto che si ammalerebbe anche lei e, il bambino ha bisogno di qualcuno che si prendi cura di lui.»
Carlo: «Sotto il punto di vista emotivo questo darebbe conforto a moglie e marito. Ho sentito anche parlare di quei malati Covid che non ce la fanno e che non hanno al loro fianco alcun parente che li possa confortare e accompagnarli nei loro ultimi attimi di vita… e possono solo sentire per telefono e al massimo accontentarsi di video chiamata...»
Enrico: «Non dimentichiamo che al loro fianco ci sono sempre dei medici o degli infermieri che cercano di aiutarli al meglio che possono…soffrendo insieme a loro e alle loro famiglie…soprattutto nei brutti momenti in cui devono dare la notizia della morte del loro caro !» e su queste ultime parole si scorge una lacrima scivolare dal volto del medico, che rivive i tristi momenti trascorsi negli ultimi giorni con i suoi pazienti “terminali”.
Carlo vedendo la sofferenza provata dal dottore esordisce: «La vediamo in modo diverso, ma forse saremmo d’accordo nel pensare che l’unica risorsa in questi giorni è la speranza che tutto passi in fretta!»
Enrico: «Io penso che l’unica risorsa di questi giorni sia l’uomo che deve captare la gravità del momento e comportarsi in maniera adeguata alla salvaguardia delle altre persone e che venga trovato al più presto un vaccino…. Noi medici e infermieri siamo in prima linea contro questa guerra che sembra non finire mai…»
Carlo: «Sono d’accordo, abbiamo bisogno in questo periodo di voi medici, degli infermieri, dei volontari e di tutti coloro che stanno cercando una soluzione al Covid19 sotto diversi punti di vista. Forse, ora la gente vedrà voi medici in una maniera diversa, è corretto che la legge e la  protezione civile ci abbia aiutato ad impedire la diffusione della malattia, facendo stare a casa la maggior parte di noi, e chiedendoci di procurarci mascherine, guanti, massima igiene delle mani e distanza degli uni dagli altri e, dopo tutto con il coraggio che state dimostrando in questi giorni, tuttavia, l’uomo ha anche bisogno delle sue libertà, cercando di fare ciò che faceva prima di questo periodo, in maniera giudiziosa, pensando non solo a se stesso, ma soprattutto al prossimo…»
Enrico: «Io credo che una volta che tutta questa situazione terminerà, la gente tornerà a comportarsi e a parlare come nel passato. Se venisse data all’uomo la libertà di agire, in questo periodo non ci sarebbe una sola persona che starebbe a casa. Gli uomini sono esseri molto egoisti e pieni di vizi.»
Carlo: «Sono un’amante di Leopardi e penso che il suo pensiero sull’amicizia tra uomini come risorsa fondamentale, ma inafferrabile sia una verità assoluta. Un’amicizia si può pensare solo se c’è fiducia nei confronti degli altri esseri, anche se è vero che l’uomo ha bisogno di paletti per poter rispettare le regole. Forse, tutto questo problema del virus l’ha creato la natura stessa, per darci dei paletti e per farci riscoprire i valori dell’amicizia, dello stare insieme e della libertà che l’uomo possiede, anche nella semplice azione di uscire dalla propria casa e fare le cose più semplici.»
Enrico: «Ah, la natura… un argomento molto discusso in questi anni dalle persone e dagli ecologisti, come quella ragazza che ogni tanto appariva al telegiornale, Greta Thunberg. Devo ammettere che ormai non so neanche più cosa diano in tv e come stia la mia famiglia, dopo tutte le ore che passo in ospedale. Ora il problema più grande è la salute delle persone, non i problemi ecologici.»
Carlo: «Oramai i telegiornali parlano solo di Coronavirus e dei numeri dei contagi o della politica e delle leggi che sta emanando in questa situazione, non si parla più di altro. Tuttavia, è un peccato che non si parli più di come è ridotta la Terra. Dopotutto stiamo parlando del nostro futuro e di quello dei nostri figli. In questo periodo si pensa solo al presente e al virus e, si è smesso di guardare al futuro. Certamente, capisco anche il tuo pensiero riguardante la salute delle persone, essendo tu un medico. Sui telegiornali, ora, fanno anche vedere come la natura abbia riconquistato il proprio posto nel mondo, infatti si vedono gli animali per strada come: cinghiali, oche e cerbiatti o i delfini e gli squali in riva al mare.»
Enrico: «Questi animali, possono anche creare problemi per l’uomo e possono essere pericolosi per quest’ultimo, come i cinghiali e gli squali.»
Carlo: «In Cina, per paura del coronavirus stanno uccidendo maiali, oche, cani e gatti, nonostante questa notizia sia stata smentita. Forse l’uomo è più pericoloso per gli animali, e non il contrario.»
Un’infermiera entra correndo e si guarda intorno, poi vedendo il medico gli chiede di correre, perché è appena arrivato un paziente affetto dal virus Covid19 e necessita di essere intubato urgentemente.
Carlo: «Ascolta, cosa faresti se ti dicessi che ti pagherei una cospicua somma di denaro, affinchè tu mi curi, mettendomi in precedenza rispetto agli altri?»
Enrico: «Cosa stai dicendo? Io sono un medico e il mio compito è curare le persone in base alla loro malattia e non al loro portafoglio. Capisco che la vita è la risorsa più grande che un uomo possa avere, ma non bisogna essere egoisti, perché come vale la tua vita, allo stesso modo vale quella di un’altra persona. Ricorda queste parole: i soldi nella vita non sono tutto e non tutto si può comprare!»
Carlo: «Mi dispiace per ciò che ho detto. Ho molta paura e, questa mi ha fatto dire una cosa stupida. Sei un  grande medico e spero che tu possa perdonarmi. Provo un grande rispetto nei tuoi confronti e nella tua professione, nonostante abbiamo idee diverse per alcuni argomenti.»
Enrico: «Spero di vederti in futuro nel giorno della tua dimissione dall’ospedale. Buona giornata!»
Carlo: «Buona giornata anche a te!»
I due allora devono salutarsi, visto che Enrico deve andare dal nuovo paziente che necessita di essere intubato. Per tutta la settimana Carlo viene assistito da un altro medico con cui non riesce molto a dialogare. Il giorno del suo rilascio dall’ospedale i due si rincontrano.
Carlo: «Finalmente posso uscire da questo ospedale. Spero comunque di rivederti presto, una volta che tutta questa situazione sarà finita!»
Enrico: «Certo, ci rivedremo! Mi dispiace di non essere potuto stare al tuo fianco, ma le urgenze erano molte in questi giorni. Spero solo che qualcuno riesca a costruire una risorsa che sia in grado di sconfiggere o rallentare questo virus!»
Enrico si è reso conto del suo errore e del suo egoismo, e per farsi perdonare decide di donare all’ospedale i soldi per aiutare il prossimo.
Carlo: «Speriamo davvero che qualcuno riesca nell’impresa di trovare una soluzione a questa “guerra”, mentre voi medici continuate a combattere per tutti noi. Spero, che la somma che ho donato, possa essere utile all’ospedale per salvare altre vite, in modo che i malati possano riabbracciare i propri familiari.»
Enrico: «Non era necessaria la donazione… sicuramente molte persone te ne saranno riconoscenti. Nel frattempo io vedrò di continuare nel mio lavoro. Spero solo che qualcuno proponga un’idea per migliorare la situazione.»
Carlo ritorna a casa e dopo due settimane ritorna in ospedale per fare il tampone di verifica. Intravede Enrico e quindi si avvicina per dirgli ciò che è successo in queste settimane e della sua nuova idea.
Carlo: «Ciao, Enrico. Ho bisogno di parlarti di una questione, ma prima devo spiegarti cosa mi è capitato in queste due settimane.»
Enrico: «Puoi parlare tranquillamente.»
Carlo: «Quando sono ritornato a casa ho trovato nella buca delle lettere, una di queste purtroppo è una lettera di licenziamento e con essa le scuse da parte del mio datore di lavoro, che è stato costretto a chiudere a causa del coronavirus, non avendo le risorse economiche necessarie per poter mantenere l’azienda aperta. Il mio titolare è sempre stato attaccato alle sue risorse economiche e al primo momento di difficoltà ha gettato la spugna, senza pensare ai suoi dipendenti.»
Enrico: «E’ un periodo difficile. Posso capire la tua situazione, essendo tu ora senza lavoro, ma comprendo anche quella del tuo titolare. Questo, perché mia sorella era una responsabile di una piccola azienda che non è riuscita a sopravvivere al COVID19.  Lei è una mamma di due figli e nel momento in cui si è accorta delle perdite eccesive che stava subendo la sua azienda, ha dovuto chiudere. Nonostante ciò, ha cercato di trovare un posto di lavoro per i suoi dipendenti in altre aziende, contattandole tramite Internet. A volte la decisione di chiudere è una scelta forzata, che una persona deve prendere in momenti di estrema difficoltà. Tu hai trovato un altro lavoro? Vuoi che chieda in giro se qualcuno necessita di un ingegnere?»
Carlo: «E’ proprio di questo che volevo parlarti. Non ho trovato lavoro, ma ho in mente un piano per cercare di fare qualcosa per alleviare questa situazione difficile. Con il mio computer ho cercato di progettare una soluzione e ho pensato quanto in questo periodo sia importante la risorsa di Internet e della rete sia per il lavoro da casa, sia per il proseguimento degli studi dei più giovani.»
Enrico: «Sai, ho un figlio a casa che fa lezione on-line e mi accorgo di come questa situazione non si ancora ottimale. Le persone hanno bisogno del contatto fisico e soprattutto i bambini più piccoli, hanno bisogno di creare un rapporto con le maestre e i compagni. Internet sta rovinando questo rapporto tra le persone.»
Carlo: «Fino a un certo punto sono d’accordo con te sul fatto che è meglio la vita reale rispetto quella tramite webcam. Pensa però, a ciò che sarebbe accaduto se questo virus avesse colpito la Terra 20 anni fa, quando il termine smart-working era inconcepibile. Tutto si sarebbe bloccato, le persone non si sarebbero neppure potute vedere come facciamo noi oggi tramite videochiamata. Le fabbriche sarebbero state costrette a chiudere non potendo far lavorare le persone da casa. La tecnologia è importante fino a quando diventa una risorsa sfruttabile dall’uomo per risolvere problemi, o a farlo vivere meglio, ma quando si sostituisce ad esso diventa distruttiva.»
Enrico: «E’ un bel ragionamento quello che hai fatto, sai mi hai fatto cambiare idea.»
Carlo: «La mia idea è quella di trovare un metodo per velocizzare la creazione dei tamponi. Volevo chiederti se potessi unirti a me in questo progetto, insieme ad altri medici e virologi?»
Enrico: «A te non ti serve un medico per questo progetto, ma di ingegneri e chimici.»
Carlo: «Certo anche loro sono necessari, ma essendo un problema dal punto di vista medico, ho bisogno di medici, virologi, scienziati e chimici per cercare di velocizzare la creazione dei tamponi, in modo da poter testare le persone nel minor tempo possibile.»

Enrico: «Ho capito ciò che intendi e sarò ben contento di aiutarti in questa impresa.»

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